Sono 91 le donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi di un 2020 che si appresta a segnare un record negativo. Lo confermano i dati del rapporto Eures sul femminicidio in Italia, secondo cui da gennaio a ottobre ogni tre giorni una donna è stata uccisa. E ciò che è ancora peggio è che nel 89% dei casi l’omicidio accade in contesti domestici e familiari. A volte è il culmine di situazioni di violenza che si protraggono nel tempo, altre volte è una furia assassina inaspettata e incontrollabile.
Ma non solo. Nel 2020 sono raddoppiate le chiamate e gli sms al numero verde antiviolenza e antistalking 1522. Dalle 6900 dell’anno scorso alle oltre 15000 già raccolte quest’anno. Violenza fisica da parte di mariti, compagni, conviventi. Stalking e minacce da ex fidanzati che non si rassegnano alla fine della relazione. E poi c’è la violenza psicologia, quella che non lascia lividi sul corpo, ma logora poco a poco.
Il lockdown legato all’emergenza sanitaria ha tra i suoi risvolti anche un escalation di violenza sulle donne. Durante i mesi di quarantena primaverile in 4 casi su 5 il killer è stato il convivente. Così come sono aumentate le richieste di aiuto da parte di chi, costretto a passare l’intera giornata tra le mura di casa, non ne ha più potuto del compagno violento.
Numeri che non si possono leggere con indifferenza e che dimostrano come date come il 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, sono importanti ma che nel contempo serve ogni giorno impegnarsi affinchè le strade e le case delle nostre città siano luoghi sicuri, di amore e non di violenza.