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25 novembre, stop alla violenza contro le donne.

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25 novembre, stop alla violenza contro le donne

Stefania Doglioli: “la violenza di genere non è un fatto emergenziale, ma trova le sue radici in una cultura che va necessariamente cambiata”

È la riflessione di Stefania Doglioli, ricercatrice di Sociologia e direttrice del Centro Studi e Documentazione sul Pensiero Femminile di Torino a proposito di violenza contro le donne.

Il 25 novembre infatti si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un appuntamento che non deve diventare solo simbolico, ma rappresentare una concreta occasione per fare qualcosa per un reale cambiamento. Secondo l’Istat infatti il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza, fisica o sessuale. E nel 62 per cento dei casi a compierla è il partner, un familiare o comunque una persona conosciuta. Nel 2021 sono stati 119 gli omicidi con vittime di sesso femminile.

 

Dottoressa Doglioli, di fronte a dati così allarmanti, come si può provare ad arginare il fenomeno della violenza sulle donne?

Il fenomeno della violenza di genere trova la sua legittimazione in una cultura che troppo spesso attraverso stereotipi e pregiudizi accetta questi comportamenti e questi modelli. Spesso accade senza che neanche ce ne accorgiamo. Per questo serve agire in termini di prevenzione e lavorare per un vero e proprio cambio culturale. Non si deve ragionare solo in termini di emergenza, ma rendere possibile una nuova consapevolezza e costruire così un nuovo modello culturale che ci permetta di non leggere più dati di questo tipo.

 

E’ quello che state provando a fare con il Progetto SAFE, di cui lei è direttrice. Ci può raccontare qualcosa di più?

Il progetto nasce nel 2019 come strumento educativo e formativo rivolto a scuole, organizzazioni e associazioni per sviluppare insieme percorsi sul tema del rispetto di genere. In questi anni, nonostante il Covid, è cresciuto e abbiamo costruito una vera e propria rete che unisce 19 associazioni operative sul territorio nazionale e collabora con alcune Università.

Come detto, il problema che SAFE vuole affrontare è culturale e caratterizza circa 4 millenni di storia dell’umanità. Aristotele affermava “la femmina è tale per mancanza di qualità”, per la saggezza popolare “chi dice donna dice danno”. Per rovesciare questo modo di pensare la sola strada è incoraggiare lo spirito critico, il senso di giustizia e un’etica delle relazioni negli anni formativi.

 

Che attività svolgete nelle scuole?

Lavoriamo con le scuole di ogni ordine e grado. Dalla scuola dell’infanzia agli istituti superiori. Basti pensare che alla domanda “quale argomento ti piacerebbe che fosse trattato, a scuola, non una tantum, ma in modo sistematico, come se fosse una normale materia?“ nettamente al primo posto, indicato dal 60% degli studenti (ma le ragazze arrivano al 71,8%) vi è il tema del rispetto di genere e delle minoranze.

Con i ragazzi e le ragazze svolgiamo format educati a seconda delle loro età e anche delle esigenze che loro stessi ci manifestano: ad esempio abbiamo avuto ragazze che ci hanno chiesto aiuto per affrontare il tema del catcalling o chi ha manifestato il proprio disagio per le molestie subite sui mezzi pubblici mentre va a scuola. Inoltre abbiamo anche realizzato un docufilm “Il calcio è uno sport da maschi perchè si corre” che sarà proiettato il 15 dicembre al Sottodiciotto Film Festival di Torino.

 

Ma non vi rivolgete solo alle scuole, appunto..

No, il progetto SAFE è rivolto a chiunque giovane o adulto voglia lavorare per una nuova cultura del rispetto di genere. Tra le azioni che lanceremo a breve vi è anche una raccolta fondi per un format per la creazione insieme ad artiste contemporanee di un quaderno transmediale, una sorta di eserciziario, una piccola palestra su questi temi. Perchè la verità è che il cambiamento richiede tempo e allenamento.

Un lavoro lungo ma su cui è ora più che mai necessario investire.

Nel frattempo prosegue anche l’impegno e il sostegno per le donne vittime di violenza. Chi avesse subito infatti una qualunque forma di violenza può rivolgersi ai centri antiviolenza presenti sul territorio che accoglieranno gratuitamente le donne e le affiancheranno in un percorso di sostegno aiutandole con diverse esperte in varie discipline.

 

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25 novembre, stop alla violenza contro le donne

 

CONTATTI

Progetto SAFE

Via Vanchiglia 3 – 10124 Torino – Stefania Doglioli: 392 9428210info@fundforsafe.orgwww.fundforsafe.org

 

Numero 1522

HELP LINE VIOLENZA E STALKING – www.1522.eu

 

Centro Studi e Documentazione sul Pensiero Femminile di Torino – www.pensierofemminile.org

 

EVENTI

La sera del 25 novembre la Mole Antonelliana si illuminerà di arancione, colore scelto come simbolo di un futuro senza violenza di genere, aderendo alla campagna internazionale Orange the World promossa da UNWomen e sostenuta dall’associazione Soroptmist International Italia

 

Venerdi 25 novembre 2022 alle 17.30 presso il Palazzo della Luce di Torino, si terrà l’evento “Violenza economica, assumere consapevolezza” organizzato da CNA Impresa Donna Piemonte; per maggior informazioni clicca qui, per prenotazioni qui.

 

ARCHIVIO NEWS

25 novembre 2021, intervista a Elia Impaloni. Leggi qui

 

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