Il 30 settembre si conclude ForWork, Fostering Opportunities of Refugee WORKers, il progetto europeo finanziato dalla Commissione Europea, DG Employment, Social Affairs and Inclusion, nell’ambito del programma EASI – PROGRESS finalizzato all’accompagnamento verso l’inclusione socio-lavorativa dei migranti, in particolare dei richiedenti asilo e rifugiati accolti nelle strutture di accoglienza della Regione Piemonte e nei centri di accoglienza dell’Albania.
Martedì 28 settembre il convegno conclusivo è stata l’occasione per fare il punto sui lavori di questo progetto iniziato nel 2018 e per confrontarsi sui risultati ottenuti e sulle prospettive future. Ai lavori hanno partecipato l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, rappresentata da Raffaele Ieva e Valeria Scamato, l’Agenzia Piemonte Lavoro con la direttrice Federica Deyme e i vari enti che hanno collaborato per la realizzazione del progetto.
Ne ripercorrere le tappe di Forwork si è per prima cosa osservato la peculiarità del territorio piemontese, scelto come pilota per un progetto all’avanguardia e che ha potuto dimostrare come il partenariato tra pubblico e privato funziona e può avere un ruolo di primo piano nella riuscita dei progetti.
Sono 560 i richiedenti asilo che hanno preso parte al percorso mirato al loro inserimento lavorativo: di questi 401 hanno concluso l’intero iter. Poco più di un centinaio le donne, risultate soggetti più fragili sia nel momento delle attività formative, sia nel momento di trovare loro un’occupazione.
Le testimonianze e i dati riportati negli interventi in Sala hanno ricostruito il processo con cui i richiedenti asilo vengono aiutati nel loro inserimento lavorativo, che è anche un modo per consentire loro un inserimento sociale ed economico nel Paese. In particolare a ogni partecipante è stato assegnato un mentor che ha potuto seguirlo lungo l’intero percorso e sono stati organizzati corsi di lingua italiana, di informatica e attività professionalizzanti.
Per 35 percorsi si è proceduto anche attraverso il metodo della “Reconnaissance Des Acquis”. Come ha raccontato la responsabile dei Servizi al Lavoro di Inforcoop Ecipa Piemonte Giovanna Gangarossa si tratta di “un lavoro per mettere al centro la persona e la sua storia, perché anche nelle esperienze di vita si possono formare abilità e competenze. Si tratta di aiutare la persona ad averne consapevolezza, a riconoscere le proprie abilità in un vero e proprio processo di self-empowerment che consenta di utilizzare quelle abilità nel mondo del lavoro”. (Per approfondire clicca QUI).
Nel corso del convegno è stato possibile anche sottolineare come ForWork non sia un progetto a se stante ma estremamente radicato nella realtà in cui opera. E lo dimostra anche il fatto che le vicende storiche e politiche hanno costretto a modifiche in corso: dai decreti sicurezza che hanno modificato il flusso migratorio nel nostro Paese, fino al Covid che con i conseguenti lockdown ha imposto che molte delle attività potessero svolgersi a distanza, per giunta su un’utenza scarsamente informatizzata che molto spesso aveva solo smartphone e utilizzava solo Whatsapp.
Insomma, un progetto in cui la differenza è stata fatta dal fattore umano e dal ruolo centrale degli attori coinvolti. Al termine del convegno si è svolta la tavola rotonda dal titolo “Quali politiche per favorire l’integrazione socio-lavorativa dei richiedenti asilo e rifugiati?” con Tito Boeri, Donatella Giunti per la prefettura di Torino, Massimo Ghione per UNCHR e personalità del mondo accademico e del sistema di Accoglienza.